
Cani da tartufo
Vengono usate svariate ‘razze’ di cani per andare a tartufi e anche i cani meticci vengono usati dai tartufai professionisti o come si dice in gergo, tartufai di mestiere. Non esiste una razza o non razza per eccellenza migliore dell’altra, ognuna ha le proprie caratteristiche di cerca , di carattere ed ognuna ha i relativi pregi e difetti. Possono esserci anche differenze di cerca sostanziali tra esemplari della stessa specie ed anche della stessa cucciolata. Ovviamente in forma generale ogni razza si distingue per caratteristiche tipiche della specie, non si può mai generizzare e come in tutte le cose esistono le eccezioni ed i caratteri anomali.
I cani più usati dai tartufai professionisti o come si dice in gergo ‘di mestiere’ sono:
- Bracchi, tra loro i preferiti sono quelli Tedeschi ed Ungheresi
- Pointer
- Bracchi Pointer (incrocio tra le due razze)
- Lagotto romagnolo
- Spinone
- Grifone
- Cocker
- Jack Russel
Ultimamente nei boschi si possono incontrare tartufai con Labrador e Border Collie e Lagotti-Pointer.
Spesso si può notare che in alcune zone la maggior parte dei tartufai usa una certa varietà di cane ed in altre si trovano tutt’altre razze. Questo è dovuto anche alla morfologia del territorio; ad esempio negli Appennini Toscani e Marchigiani, dove nelle zone boschive sono presenti molti calanchi, i cani prediletti sono i Bracchi, Pointer e Bracchi Pointer. Questo è dovuto al fatto che hanno la peculiarità di essere dei cercatori rapidi e con un passo molto lungo evitando tartufaio di fare molte salite e quindi, meno fatica.
In altre zone come nel Ferrarese e Ravennate, dove il territorio è più in piano e spesso lungo le strate ci sono innumerevoli distese di tigli e pioppi che si innalzano tra la strada ed i fossati, i tartufai prediligono il Lagotto essendo un cane con il passo più corto e dalla cerca meno frenetica. In questo caso tali caratteristiche aiutano maggiormente il tartufaio perchè rendono questo tipo di cane ‘meglio gestibile’ al richiamo ed alla ferma in caso di prossimità ad una strada. Un Pointer, nella stesso tipo di territorio, correrebbe infatti maggiori rischi di finire sotto a qualche macchina di passaggio.


La cerca
Per “scovare” un tartufo, il cercatore o “trifolao” deve avvalersi della collaborazione di un cane dal fiuto finissimo ed addestrato al riconoscimento dell’aroma di questo fungo. Nel bosco quando il cane fiuta il tartufo lo indica al cercatore il quale con un particolare zappino lo estrae con la massima delicatezza.
Per dedicarsi all’attività di cercatore di tartufo è necessario possedere un tesserino in regola con il pagamento di una tassa annuale. Esistono inoltre calendari di raccolta riferiti alle differenti specie di Tuber e che sono variabili per ogni regione in cui si possono trovare tartufi.
Per permettere la formazione di nuove radichette (che saranno a loro volta micorrizate) è di fondamentale importanza che il cercatore rimetta a posto il terreno rimosso, così da poter ben sperare nella formazione di un nuovo corpo fruttifero.
Addestramento del cane
Introduzione
Per addestrare un cucciolo alla ricerca del tartufo è necessario far associare al cane l’attività di ricerca a quella del gioco; in modo graduale e senza pretendere risultati immediati. Questa pratica va effettuata a piccoli passi, con pazienza cercando di ripetere i vari passaggi di seguito riportati fino a quando il cane non abbia appreso ogni singolo esercizio.
Partendo dal presupposto che per il cane deve considerare il lavoro che ci apprestiamo a svolgere come un attività ludica, oltre a rimanere concentrato il più possibile, andrà seguito in modo costante. Gli esercìzi dovranno avere durata breve, ciò significa che ogni esercizio potrà essere anche ripetuto varie volte durante la giornata, ma per poco tempo (da 5 a 15 minuti circa) perchè essendo molto giovane il suoi livelli di attenzione/concentrazione saranno limitati. Non dovremo insistere sul prolungamento di questi tempi, perché ritenendolo un gioco e stancandosi di praticarlo, se lo obbligassimo a continuare rischieremmo di ottenere l’effetto contrario…non avrà più piacere di ripeterlo.
Vedrete che giorno dopo giorno, il cane risponderà sempre meglio ai comandi e all’esecuzione dei vari esercizi ed aumentare gradualmente i tempi per l’esercitazione. E’ molto complicato indicare dei tempi per l’allenamento del cane, il livello di concentrazione del cucciolo dipendono dal carattere del cane ed anche da quanto è bravo l’addestratore a coinvolgere il proprio cane nelle varie pratiche.
Fase 1: Il gioco con lo strofinaccio
Prendiamo del tartufo ed avvolgiamogli intorno uno strofinaccio, chiudiamo (con un tappo) il tutto in un barattolo di vetro e mettiamo per qualche giorno nel frigorifero. Dopo 2-3 giorni lo strofinaccio assorbirà l’aroma del tartufo e potremo inziare il nostro gioco. Mostriamo inizialmente lo straccio al cane, per attirare il suo interesse, poi iniziamo a giocare con il cane usandolo a fare il gioco del tira e molla…Lasciatelo vincere facendovelo portare via dalle mani; ogni volta che “vincerà” premiamolo con un “bravo” e magari dandogli un piccolo premio (una crocchetta, pezzetto di würstel, etc.). In questa fase, secondo me, non è indispensabile aggiungere all’attività “i vari richiami” con l’obiettivo della “cerca e del riporto”…in quanto ritengo primario l’approccio all’odore del tartufo. Il vostro cane, con o senza odore di tartufo, sarà tentato di afferrare lo strofinaccio ugualmente ed proprio per questo che non associerei altri comandi ma mi limiterei a familiarizzare con l’aroma del tartufo. Molti tartufai questo esercizio non lo fanno, passano subito agli esercizi successivi, come quello di nascondere nella gabbie delle bucce di tartufo o magari mettendole subito dopo lo svezzamento direttamente nelle crocchette che vengono somministrate ai pasti (solitamente anche io preferisco questo passaggio anche se molte persone trovano che la buccia del tartufo sia di difficile digeribilità per un cucciolo).
Fase 2: Il gioco del bastone e la pallina
Muniamoci di un bastone simile ad una canna da pesca, leghiamo un filo all’estremità e attacchiamoci una pallina, una noce, etc… Posiamo la pallina a terra e man mano che il cane si avvicina spostiamola un poco catturando la sua attenzione fino a fargliela seguire. Dopo qualche spostamento, facciamogliela prendere e gratifichiamolo con un “bravo” ed solito premio culinario. Man mano che il cane acquisirà sempre più gusto nel gioco, procederemo a fare movimenti più lunghi ed alzandogli la pallina in modo da indurlo a prenderla in volo, in modo da rafforzare la sua sicurezza e confidenza nel partecipare al gioco. Successivamente sostituiamo la pallina (la noce o quello che abbiamo usato in precedenza) con un tartufo, in modo tale che anche questo esercizio venga associato dal nostro quattro zampe come una “preda” conquistata.
Fase 3: Primi giochi con il tartufo
Ora inizia il vero e proprio gioco ed addestramento con il tartufo. Consiglio di maneggiare i tartufi con dei guanti in lattice, in modo tale da non contaminali con il nostro odore; non dovremmo fare associare al cane, il nostro odore a quello del tartufo…(altrimenti potremmo ritrovarci nelle tartufaie naturali con un cane che nonostante abbia appreso tutti i passaggi dell’addestramento non sia in grado di trovare il tartufo, perché mancante anche del nostro odore). Inizialmente tireremo più volte la pallina di tartufo ai piedi del cucciolo dandogli il comando “prendi”, una volta che il cane afferra “la preda” lo gratificheremo, togliendo noi (inizialmente) dalla sua bocca il tartufo e dandogli il solito premio (questo esercizio serve per insegnare il comando “prendi”). A molti sembrerà inutile, ma al cane questo piccolo gioco dovrà significare una cosa ben precisa: “ogni tartufo che prendo in bocca sarò premiato” e noi rafforzeremo il rapporto che ha con il tartufo. Ogni tartufo si trasforma in qualche cosa di buono da mangiare. Capiterà che il cucciolo mordicchierà il tartufo tentandolo di mangiare, è normale, NON sgridiamolo assolutamente…questo esercizio serve solamente per farglielo prendere in bocca e non ad impedirgli di mangiarlo. Se lo sgridiamo, corriamo il rischio non solo di renderlo insicuro, ma lo impauriremo per eventuali “punizioni” senza che ne capisca la ragione (la presa in bocca o il mangiucchiare).
Sembra banale questa cosa, ma dopo poche volte che un cucciolo inizia a mangiucchiarlo è spesso sufficiente dire in modo molto calmo e tranquillo la parola “eh” oppure “fermo” che le volte successive quando andavo nuovamente a riprendermelo, non lo afferavano più in bocca, o se lo facevano, lo lasciavano immediatamente facendomi capire dai loro movimenti e comportamenti che erano in qualche maniera impauriti o confusi…
Fase 4: L'ovetto
Passeremo successivamente ad inserire il tartufo in un contenitore forato “ovetto” come quelli di metallo usati per fare gli infusi od il the. Facciamo vedere al cane che inseriamo il tartufo nel contenitore e facciamoglielo annusare. Lo lanciamo inizialmente vicino a lui, lasciamoglielo prendere in bocca precedendo l’azione con il comando “prendi”; una volta afferrato in bocca, essendo un contenitore metallico non tenderà a mangiarselo ma semplicemente lo terrà in bocca magari tentando di aprirlo per prendere il tartufo… è proprio in questa fase che andremo ad insegnare al cane il comando “lascia”.
Avviciniamo la nostra mano alla bocca del cane e diamo il comando “lascia”, inizialmente sarà restio a lasciarlo è normale, non capirà la parola ed andremo a toglierlo noi dalla sua bocca dandogli la solita ricompensa ed il solito “bravo”. Dopo poco, il cane inizierà ad associare il nuovo comando ed inzierà a lasciare la morsa dell’ovetto ed a farlo cadere nelle nostre mani…(ricordatevi sempre il premio e la gratificazione verbale).
Fase 5: Lancio e riporto
Lanciamo il nostro ovetto con tartufo al cane ma non più vicino alle sue zampe ma magari a 1 metro circa da lui, dando inizialmente il comando “prendi” quando si avvicinerà al tartufo ed una volta preso in bocca diremo subito la parola “bravo” seguito dal comando “vieni” o “porta” (o magari nelle prime esecuzioni chiamandolo per nome così capirà subito di avvicinarsi verso noi), una volta avvicinatosi poi seguirà il comando “lascia” (che avrà già capito e rafforzato negli esercizi precedenti). Al termine della procedura, il solito premio e magari oltre al richiamo anche qualche “coccola”; le prime volte lasciamogli il tempo di godersi il risultato ottenuto, rafforzando con lui il vostro rapporto sia di amicizia che di gioco!
Negli esercizi precedenti ho insistito nel dire di passare all’attività successiva solamente quando il cane avrà appreso appieno l’esercizio stesso, questo perchè essendoci ora più sequenze, se il cane non avrà appreso bene i vari comandi entrerà in confusione e non saprà come reagire alle nostre parole e non riporterà l’ovetto. Se invece, i vari esercizi precedenti saranno stati fatti a regola d’arte, il cane tornerà da noi e ci darà l’ovetto…inizialmente chiamandolo a noi con il nome e man mano che l’esercizio verrà appreso, sostituiremo il suo nome con il comando “porta”. Accadrà che magari andrà a prendere l’ovetto e si siederà a giocarci o scapperà in qualche direzione con la preda; non preoccupatevi, dategli tempo e capirà che dovrà portarvelo…l’esercizio serve proprio a questo. Una volta che il cane avrà acquisito dimestichezza con questa attività, inizieremo a tirarglielo sempre qualche metro più in là (avendo l’accortezza che il cucciolo veda docve cade l’ovetto) fino ad arrivare a tirarglielo dentro l’erba più alta, dove non avrà riferimenti visivi e sarà costretto a cercarlo con l’olfatto…sarete sorpresi nel constatare già dalla prima esecuzione i risultati!
Personalmente, questo esercizio inizialmente lo pratico con l’ovetto e non con il solo tartufo perché inizialmente tra il prenderlo e il portarlo, alcuni cuccioli saranno tentati a mangiucchiarlo, a spezzarlo…ma se noi andassimo a dirgli la parola “eh” o la parola “no” il cane entrerebbe in confusione con i comandi. Solo ad esercizio assimilato, passo a tirargli i tartufi veri e propri ed a farmeli riportare, ma in questo caso (se per un caso dovesse mangiarlo) non sono restio a dirgli “eh”, non mangiare, “porta”… in questo caso il cane ha già assimilato in precedenza e non lo manderà sicuramente in confusione.
Solitamente i cani vengono addestrati con il Tuber Estivum o con il nome più comune “Scorzone”, è un tartufo che non costa molto e risulta più duro rispetto ad un “Bianchetto” o ad un “Tartufo bianco”.
Fase 6: Farlo raspare
Sempre alla presenza del cane, facciamogli vedere che seppelliamo il nostro ovetto sotto un piccolo strato di terra…poi diremo al cane “cerca”, il cane avendo visto dove l’ovetto è stato messo, automaticamente inizierà a raspare. Iincitiamolo dicendogli “dai cerca dai!” e vedremo che il cane inizierà a raspare sempre in maniera più frenetica…una volta trovato, lo prenderà in bocca e gli diremo “lascia” ed una volta eseguito, lo ricompenseremo come già anche noi abbiamo imparato!
Inizialmente non lo intererremo molto ma successivamente andremo a nasconderglielo sempre più in profondità, aumentando di conseguenza il tempo delle operazioni di scavo. E’ molto importante incitarlo per non fargli smettere la ricerca e non indurlo a pensare che ciò che cerca, lo deve trovarlo subito ma che deve “perseverare”. Nei giorni successivi svolgeremo le stesse attività sostando non più vicino a lui mentre raspa, ma a qualche metro da lui dandogli poi (una volta trovata la preda) il comando “porta” e quando il cane è vicino a noi il comando “lascia” per farcelo cadere nelle mani o ai nostri piedi.
Passato altro tempo, potremo modificare l’esecuzione dell’esercizio, affiancandolo nel buco ed usando anche i comandi “fermo” o “lascia” una volta che vedremo che il cane è arrivato all’ovetto…in questo modo il cane capirà che saremo noi ad estrarre il tartufo e non più lui, questo essenzialmente serve per il futuro, quando andremo alla ricerca del tartufo bianco. Non potremo pià fare prendere il tartufo al cane o fargli arrivare a scavare completamente il tartufo per portarlo in superficie, altrimenti verrà sbriciolato certamente, ma saremo noi una volta visto il comparire il primo colore giallo dalla terra a fermare il cane ed ad andare cautamente a dissotterrarlo in modo tale da non rovinarlo ed estrarlo tutto intero.
Conclusioni
Le fasi dell’addestramento da fare nel giardino di casa sono tutte qua, una volta che il cane sarà in grado di effettuare fino all’ultimo esercizio potremo portarlocon noi nel bosco e fargli trovare i suoi primi tartufi “vergini”, in gergo significa che il tartufo viene trovato in tartufaie naturali e non nascosto da noi in giardino. Inizialmente porteremo il cucciolo a cercare, magari in una tartufaia dove saremo certi o quasi, che ci sia il tartufo, magari indicandogli inizialmente una pianta dove in precedenza abbiamo già trovato il tartufo, ovviamente i neofiti non avranno questa certezza a meno che non vadano nel bosco con un amico tartufaio già esperto, ma il mio consiglio e quello di andare nel bosco le prime volte da soli in modo che il cane non si distragga con il nostro amico o ancora peggio con i cani del nostro amico. Per lui certamente sarà più facile perchè più concentrato, visto che saremo soli con lui nelle sue prime avventure; ciò affinerà il rapporto con noi e consoliderà la sua fiducia nei nostri confronti.
Ricordiamoci che è un cucciolo; si stancherà in fretta di cercare, per questo che consiglio di farlo cercare direttamente sotto una pianta dove siamo quasi certi che ci sia il tartufo. Appena il cane smetterà di essere concentrato ed inizierà a gironzolare senza cercare, dovremo sospendere subito con l’addestramento e portarlo alla macchina (ovviamente senza in alcuna maniera sgridarlo perché ha smesso di cercare)…siamo alle sue prime fasi di ricerca, e teniamo presente che stiamo addestrando un cane facendolo divertire! In seguito quando avrà raggiunto maggior esperienza nelle uscite e aumentato il tempo dedicato alle sue ricerche, potremo al limite permetterci di “stimolarlo” se cerca in maniera non concentrata o alterna, ma sempre avendo cura di NON strillare o bastonarlo perché lui come noi, è nel bosco per divertirsi e per farci divertire.
Spesso alcuni cani dopo qualche uscita associano il trovare il tartufo al renderci felici e non al mangiare…io ho un cane che quando mi riporta il tartufo nero, me lo lascia nelle mani e dopo che le dico “brava” non mi da neanche il tempo di prendere dalla tasca il premio che subito riparte a cercare nuovi tartufi. Penso che il mio cane viene a tartufi solamente per farmi contento e non gli interessa affatto del premio, è già felice dell’apprezzamento o della carezza che gli faccio. Con questo dico che ci sono cani che hanno piacere di svolgere questa attività, per compiacerci…altri cani magari solo per il premio, in ogni caso se non dovessero trovare più alcun divertimento, smetterebbero di cercare. Fanno come noi! Se una cosa non ci piace, non la facciamo…e di conseguenza se ne vanno a zonzo per il bosco per i fatti loro. Mai e poi mai, urlate o bastonate i vostri cani! Ovviamente capiterà che non siano in giornata, magari distratti, etc…un semplice “no” ed un semplice richiamo verbale fatti in modo “intelligente” sono più risolutivi di un urlo, un calcio o come spesso ho visto…di picchiare il proprio cane con il vanghetto!
Se sentite dire dai “vecchi tartufai” di non dare da mangiare al cane la sera prima perché l’indomani, quando si va a tartufi il cane cercherà di più perché è affamato, non dategli retta! Non è vero che l’obiettivo della ricompensa per il ritrovamento del tartufo farà in modo che il cane cerchi di più (perchè ha fame)…pensate alla fatica che fa un cane durante la ricerca e quanto corre rispetto a voi, e provate a pensare se voi riuscireste ad andare a lavorare, magari facendo un lavoro faticoso e fisico senza mangiare la sera prima e senza colazione…Come lavorereste il giorno dopo? Avreste le forze necessarie? Il vostro cane, senza mangiare, è come un’automobile in riserva…dopo un po’ sarà stanco e non avrà risorse per affrontare la lunga giornata nel bosco.
Questo è il modo in cui io addestro i miei cani; non è l’unica possibile e probabilmente non è la migliore, se qualcuno di voi avesse metodologie diverse nell’addestramento e volesse confrontarsi, potremmo parlarne nel Forum… Nessuno “nasce imparato” e gli scambi di opinione servono appunto a migliorare, sia come persone che come “tartufai”.